
Autore scheda:
Ubicazione:
Data:
L’inventario dei beni del Signore di Carbognano del 1696 riporta una suddivisione dell’edificio al tempo diviso in due unità: una stalla al piano inferiore – chiamata appunto stallone – e un fienile al piano superiore. Dallo stesso documento abbiamo notizia dell’sistenza di una rimessa di per carrozze situata nel palazzo che si affaccia sull’altra parte della piazza.
CARBOGNANO, LO STALLONE
LA STORIA
L’evidenza documentaria ci conferma che sul finire del XVIII sec. l’edificio era adibito a stalle e fienile del principe Francesco III Colonna. Ad oggi non è dato sapere se le stalle vennero rifatte sulla base di una preesistente struttura già adibita alla stessa funzione. La consuetudine locale rimanda la realizzazione ai tempi di Giulia Farnese (inizi XVI sec.). Purtroppo i documenti non suffragano questo luogo comune. L’inventario dei beni del Signore di Carbognano del 1696 riporta una suddivisione dell’edificio in due unità: una stalla al piano inferiore – chiamata appunto stallone – e un fienile al piano superiore. Dallo stesso documento abbiamo notizia dell’esistenza di una rimessa per carrozze, situata nel palazzo che si affaccia sull’altra parte della piazza. Fino agli anni 90 del Novecento, uno stemma araldico della Casata Colonna era ancora posto a decoro del palazzo utilizzato come rimessa delle carrozze; lo stesso venne spostato in quegli anni e ancora oggi situato nella parete frontale dell’entrata principale del Comune in piazza Castello, 21.
DESCRIZIONE ESTERNO
Il prospetto dell’edificio si presenta suddiviso in due ordini definiti da una cornice marcapiano. Nel primo ordine tre grandi archi definiscono quelle che un tempo erano le entrate per l’accesso alla stalla. Ai lati di ogni accesso due oculi sferici permettevono, oltre che lo scambio d’aria, l’entrata della luce all’interno degli ambienti.
Simile allo sviluppo sottostante sopra al cornicione marcapiano abbiamo tre finestre ad arco, ognuna delle quali ha disposte, simmetricamente ai lati, delle coppie di oculi.
Il colore grigio della pietra locale (peperino), caratterizza l’intero prospetto lineare scandito dalle forme semplici del modulo luce maggiore al centro e luci minori ai lati (portale finestre, finestre oculi).
BIBLIOGRAFIA
V. ARAMINI, Sicut Archivium inventum fuit”. Gli archivi ecclesiastici di Carbognano (Viterbo). Nuovo ordinamento ed inventariazione infomatizzata. Tesi di Laurea, Facoltà dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, a.a. 2005/2006.
R. CECCARELLI – O. TARTARINI, Carbognano, ieri, oggi e domani. 1940.
A. CISTELLINI, San Filippo Neri. L’Oratorio e la congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, I-III, Brescia 1989.
V. D’ARCANGELI, Carbognano in Tuscia Viterbese. Roma 1968.
R. INNOCENTI, Carbognano. Viterbo 2001.
F. MARTINELLI, Carbognano illustrato dal signor Fioravante Martinelli. Roma, 1694.
G. SILVESTRELLI, Città e castelli e terre della regione romana. Roma, 1940.