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Il palazzo Comunale di Carbognano nacque tra fine del XVI e gli inizi del XVII secolo ad opera dell’architetto modenese Gaspare Guerra. Conserva inalterata con la presenza del campanile dell’orologio, la sua imponenza originaria, dominando al fianco del Castello sull’intero borgo.
CARBOGNANO, IL PALAZZO COMUNALE
LA STORIA
Per quanto riguarda l’evolversi dei fatti che portarono alla costruzione del Palazzo della Comunità di Carbognano le fonti ci rimandano alla fine del XVI secolo, durante uno dei periodi più floridi del Borgo, quando in riferimento alla proprietà del castello la pertinenza era di Lavinia Della Rovere Orsini >(nipote di Giulia Farnese), e in sua assenza, di suo nipote Giulio Cesare Colonna. In questi anni si assiste alla volontà di creare un rilancio architettonico ed urbanistico del borgo con opere di uso civico (costruzione di strade dentro e fuori il castello, realizzazione di nuove piazze, di fontane, di conduttore per l’acqua e rassettature delle chiese). è in questo contesto che nel 1575 vennero poste le basi per far nascere il luogo dove la Comunità potesse avere un proprio ambiente da utilizzare per le adunanze Consigliari, senza dover più essere ospitata nelle tante sedi messe a disposizione (la Chiesa di San Pietro, il Castello del Signore, o addirittura nelle botteghe del borgo (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/1, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, Anni 1570 – 575. cc. 187r/v. 30 novembre 1575. ). La richiesta di poter avere una propria Casa della Comunità venne fatta in sede consigliare attraverso Giovan Battista Picciolotti, al tempo Priore comunale ma anche agente di Lavina Della Rovere e Giulio Cesare Colonna, richiesta che negli anni successivi troverà uno sviluppo concreto. Nel 1606 si ha menzione all’interno in un’altro consiglio Comunale riguardo i lavori della costruzione del palazzo giunti ormai agli sgoccioli: “Si fa sapere alle SS. VV. qualmente I’llustrissimo Gio. Baptista Picciolotto ci ha fatto intendere che per finire la fabbrica della nostra Comunità vole ma(n)dare M(astr)o Jacomo Mu(ratore) a finirla. et più sa ci bisogna am(m)onime(n)to de tutte le cose necessarie acciò indomodo habbia inperdere tempo et a quest’effetto se li fa sapere accio dispo(n)gano se ci sa da far venire o no. … Germano Zuccaro consiglia … supra la 2° che li S(ignori) Priori faccino l’am(m)onimento necessario per fenire la fabrica et se cominci da una ba(n)da della te(rra) et ogn’uno ne porti la sua rata de sassi et pozzolana che li sarà ordinato et se facci accudimento Ju(st)o accio possa lavorare et chi non la porterà li S(ignori) Priori facciano portarla da altri a spese loro”.(Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/6, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 2 aprile 1606, cc. 78v. 79r. ). A luglio dello stesso anno “De ordine de SS. Priori fu accesa la candela nella casa della Comunità …” (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/6, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 30 luglio 1606, c. 94v. ), Il Consiglio Comunale si riuniva finalmente nella Casa della Comunità, rivelandoci de facto che il Comune era quindi fruibile. Dagli inizi del ‘600 sono diversi i riferimenti che ci rimandano ad una “Sala Comunale” in cui il consiglio è solito riunirsi, stanza usata in alcuni casi anche per raccogliere il grano della Comunità. Il libro delle entrate e delle uscite del Camerlengo della Comunità ci testimonia dal 1605 una serie di pagamenti che attestano gli sviluppi della realizzazione della Casa della Comunità: la sala Comunale, il tetto, il mattonato, il portone, le finestre ecc, fino ad arrivare alla realizzazione della monumentale scala a chiocciola (1606), che permetteva di accedere dalla attuale piazza del Comune, ai locali superiori, scala realizzata all’interno della torre dell’orologio. La scala chiamata “della Lumaca”, o “Scala della Conocchia”, ancora oggi risulta essere una delle peculiarità architettoniche del palazzo con i suoi 73 gradini, alta ben 15 metri, realizzata da maestri scalpellini viterbesi, Filippo e Desiderio, per l’ammotare di 28 scudi, fu probabilmente conclusa nel 1610, quando troviamo ancora riferimenti per “ la causa” della Lumaca con il pagamento degli scalpellini viterbesi conclusa. Architetto dell’imponente realizzazione della Scala elicoidale e del Palazzo fu Mastro Gaspare Guerra da Roma, lo stesso che progettò la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte nel Rione Colonna, architetto documentato nei pagamenti della Comunità fino al 1618, quando viene citato per il “desegno della fabbrica di S.Angelo per sua mercede”, lavoro che non sarà mai realizzato (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime, 7b/2, Libro delle Entrate e delle Uscite del Camerlengo, AA. 1610 – 1618). Agli inizi del XVII secolo troviamo quindi la Casa della Comunità divenire il centro operativo della vita civile, menzionato anche nella prima processione realizzata dalla Comunità carbognanese per salutare le reliquie di san Filippo Neri nel 1623, quando dall’edificio (Palazzo Comunale), si sparano mortaletti per esultare al passaggio delle reliquie. Nei decenni a seguire troviamo interventi di ristrutturazione della casa Comunale, per il tetto, per il mattonato, per il muro di contenimento del ponte, per il ponte stesso, per la sala, per le finestre e per i portoni, fino agli interventi per rimettere a posto la piazza sottostante (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/7, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 1 aprile 1612, cc. 107r – 107v.); (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime, 7b/3, Libro delle Entrate e delle Uscite del Camerlengo, aa. 1610 – 1618). La successione delle grandi famiglie nobiliari che si alternarono nel castello di Carbognano, dopo il 1630 elevato dal ponteficie urbano VIII a pincipato, ed i principi di Carbognano, fecero convivere il palazzo e le istituzioni a fianco del Castello. L’ultimo grande opera che portò alla trasformazione definitiva del palazzo avvenne tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX sec. contestualmente all’abbattimento dell’antica chiesa parrocchiale di san Pietro un tempo collocata al fianco del palazzo comunale. Al posto dell’edifico religioso venne edificata una propaggine dello stesso palazzo, oggi visibile nei locali posti al colmo della rampa d’accesso o ponte per l’entrata al castello. Nel XIX secolo la scala della Lumaca venne decorata a metà percorso con il busto marmoreo di Vittorio Emanuele II. I locali del palazzo comunale subirono negli interni tutta una serie di trasformazioni che pian piano hanno fatto cancellare molte delle sue caratteristiche architettoniche e decorative originali. Nell’insieme il palazzo, pur subendo queste alterazioni, ha mantenuto nell’insieme le sue caratteristiche architettoniche ben in mostra nell’imponenza della sua mole.
ESTERNO
L’imponente palazzo si affaccia con i suoi prospetti principali su piazza del Comune e su piazza castello. La facciata rivolta su piazza del Comune è caratterizzata dall’imponente torre dell’orologio che divide in due blocchi laterali la struttura che si sviluppa su tre semplici ordini definiti da cornici marcapiano. Alla base della torre, al n° 23 di piazza del Comune, l’entrata che dà accesso al palazzo tramite la scala della Conocchia o della Lumaca. Spostata sulla destra al numero 25, l’entrata per gli ascensori. Questa entrata è stata ottenuta negli anni ‘70 del Novecento restaurando una vecchia macelleria come ancora testimoniato dall’ormai vetusta insegna pubblicitaria in marmo ancora in situ sopra il portale. La torre è caratterizzata da un piccolo balcone dove svettano le bandiere della Comunità europea, quella italiana e del Comune di Carbognano. Sopra il balcone, l’orologio, che dal XVI secolo scandisce il tempo del borgo. L’altro prospetto è godibile percorrendo il ponte sopra alla fontana che da piazza del Comune porta a piazza Castello. Appena finita la salita ci troviamo di fronte a una delle entrate del Comune, riferibile all’ultimo sviluppo del palazzo del XIX secolo, già sede delle poste, oggi sede dei Servizi Demografici (Anagrafe, Stato Civile, Elettorale e Statistica), e Servizi Sociali del Comune, piazza Castello, 21. Sull’architrave del portale troviamo ancora incisa l’epigrafe “DOMUS COMUNITATIS”, Oltrepassato l’arco di accesso alla piazza del castello, oltre una piccola rampa di scale sulla destra che da accesso ad una entrata secondaria, giungiamo al n° 18, di fronte all’entrata principale del Comune. il prospetto è caratterizzato da una semplice e lineare facciata con due ordini di finestre. Un grande portale decorato da una semplice modanatura della struttura trilitica, sormontato da un’altresì semplice mensola sostenuta da due triglifi. A destra del portale lo stemma araldico di don Francesco Colonna, caratterizzato dalla colonna sulla sinistra, dalla basica per Gonfaloniere dello stato della Chiesa e dalle stelle sulla destra. chiude in alto la corona del principato sormontata dalla colonna con il serpente. Lo stemma araldico venne posizionato qui negli anni ‘95 durante l’amministrazione di Giuseppe Laurenti, spostato da piazza san Filippo un tempo a decoro di uno dei palazzi che si affaccia sulla piazza.
INTERNO
All’interno seppur gli ambienti hanno subito alterazioni e divisioni degli spazi, troviamo sopravvivenze che testimoniano gli albori del passato. Nei locali dei Servizi Demografici troviamo nella volta ribassata del primo grande ambiente un affresco del XIX secolo, dove è raffigurato sant’Eutizio, raffigurato con la palma del martirio e le tre spighe del miracolo del grano, simbolo del Comune di Carbognano. Nella sala del Sindaco nella parete di fondo, in alto a destra sopravvivono due beccatelli, elemento architettonici da riferire ad una più antica struttura del castello un tempo necessaria per sostenere parti sporgenti di un edificio. Sempre nella stessa sala troviamo il bossolo del XVI secolo per le votazioni comunali. Questo antico contenitore con le sue pareti trasparenti permetteva di vedere all’interno i foglietti con le votazioni, senza permettere di trafugare o alterare i foglietti inseriti. Una serie di altri oggetti che ricordano la storia passata di Carbognano sono a decoro non solo nella sala del Sindaco ma anche negli altri ambienti: Un antico manifesto pubblicitario dei festeggiamenti di Sant’Eutizio e santa Filomena martire (1845), la Bandiera Comunale del XX secolo, e molte foto degli antichi monumenti del borgo.
BIBLIOGRAFIA
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Fonti inedite
Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regim: 2/2; 2/3; 2/4; 2/5; 2/6; 2/7; 2/8; Atti Deliberativi – Libri dei Consigli. = ASCC, SAR, AD – LC
Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime: 7b/2; 7b/3, Libro delle Entrate e delle Uscite del Camerlengo. = ASCC, SAR, LEUC