
Autore scheda:
Ubicazione:
Data:
La chiesa, una delle più antiche di Carbognano, risalirebbe secondo alcuni al IX secolo. All’interno si possono ammirare in particolare tre affreschi. Il primo ritrae una Madonna in trono con Bambino posto nell’abside – il secondo raffigura la Crocifissione con san Pietro e san Paolo. Entrambi furono realizzati alla metà del ‘400 da Francesco d’Antonio detto il Balletta, un esponente della corrente artistica gotico internazionale. Il terzo affresco risalente agli inizi del XVI secolo, è una raffigurazione dei sant’Eutizio e del suo miracolo delle tre spighe.
LA CHIESA DI SANT’EUTIZIO
LA STORIA
La piccola chiesa di campagna di Sant’Eutizio è fatta risalire addirittura al IX secolo, come nucleo originario, di cui ora però si possono vedere i rifacimenti del XIV, XV sec. Il momento di rilancio sociale all’attenzione del pubblico carbonianese, la chiesa lo ebbe sicuramente tra la fine del XV secolo e gli inizi del secolo successivo, come sembrerebbe suggerirci la datazione degli affreschi ancora presenti in situ. Dalla metà del XVI secolo gli Oratoriani di Santa Maria in Valicella di Roma avevano avuto da Giovanni Tartarini, Cameriere segreto di Paolo III, una villa situata presso la chiesa di san’Eutizio, che era stata trasformata come luogo per le convalescenze e per le cure spirituali e fisiche della congregazione (cfr. A. Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, I-III, Brescia 1989). La loro presenza presso il centro cimino era stata supportata dalla nipote di Giulia Farnese, Lavinia Della Rovere, Signora di Carbognano, che aveva un rapporto di devozione e spiritualità diretto con gli oratoriani di Roma e in particolare con Filippo Neri. A partire dal 1583 erano stati da loro intrapresi una serie di acquisti terrieri in contrada Sant’Eutizio a Carbognano (ASVIT, Notarile Carbognano n° 21, Anno 1583 cc. 77; 79 – 80; 83.), acquisti che si trasformarono presto in un consistente patrimonio fondiario. Entro la fine del Cinquecento il carattere spirituale degli oratoriani si era fatto talmente tanto spazio nella Comunità di Carbognano che l’antica chiesa di Sant’Eutizio, ubicata a ridosso della residenza ospedaliera filippina, risulta già affidata a loro. (Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/3, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 13 novembre 1583, cc. 132r/v. I preti della chiesa nova di Roma a Sant’Eutizio). La chiesa dedicata al Santo Patrono per eccellenza di Carbognano, nonostante la sua posizione e la sua connotazione prettamente agraria posta al di fuori del borgo, fu il punto di partenza per gli stessi oratoriani che da lì a poco iniziarono a gestire praticamente tutte le altre chiese del centro cimino. Purtroppo la sua sorte sembrava segnata quando venne venduta a privati al tempo di Napoleone. Cadde così in rovina abbandonata a se stessa, non più aperta al culto (V. D’Arcangeli, Carbognano, in Tuscia Viterbese. Roma 1968. p. 22.). Fu grazie al vescovo di Civita Castellana, Orte e Gallese, Mignanti Domenico, che la chiesa venne riaperta al culto, restaurata e trasformata momentaneamente (seconda metà del XX secolo), nella cappella del seminario convitto del vescovo. (R. Innocenti; Carbognano, Viterbo 2001. Pp. 20. – 21. cfr. HC, VIII, p. 206; F. M. Mignanti, Santuari della regione di Tolfa, a cura di O. Morra, Roma 1936.). L’ultima campagna di restauro recentemente eseguita (2006), ha permesso di restituire alla chiesa il suo splendore originale.
ESTERNO
La facciata della chiesa si presenta con un struttura a capanna, caratterizzata da un unico portale sormontato da un oculo. Due gradini ci immettono all’interno della chiesa. La chiesa è a tre navate con copertura a capriate e con colonne di riuso, cioè riutilizzate da edifici preesistenti, vista la diversità di ognuna di esse; su una di queste possiamo ancora leggere l’iscrizione “SANCTUS EUTITIUS”; infatti fu edificata in onore di S. Eutizio da Ferento che, da quanto riportato dalle cronache, per sfuggire alle persecuzioni dei soldati romani, si rifugiò nelle campagne di Carbognano.
INTERNO
Entrando sulla sinistra possiamo vedere quella che presumibilmente era un’ara pagana, cioè il supporto sul quale venivano effettuati i sacrifici rivolti agli dei. Questa risale evidentemente ad un periodo precedente alla chiesa, in cui al posto di essa c’era, secondo alcuni, un tempio pagano, sui resti del quale fu costruita la chiesa stessa. All’inizio della navata di sinistra si nota un affresco strappato proveniente, come ci ricorda la tradizione orale, dalla chiesa di Santa Maria della Concezione, raffigurante San Leonardo con la Madonna, assisa con Bambino. Il Santo è riconoscibile dal particolare iconografico delle manette. Sulla parete di fondo, a sinistra, troviamo un bellissimo affresco della Madonna in trono col Bambino, attribuito a Francesco d’Antonio Zacchi, detto il Balletta. Si notano delle firme sulla pellicola pittorica (“Tolomeo da Marciano 1524”). Anche se da alcuni sono state interpretate come i nomi degli autori, sono più verosimilmente graffiti incisi da devoti che visitavano il luogo. La Madonna è in trono, in posa statica, ed ha sulle gambe il bambino che porta un cartiglio con la scritta “Ego sum via ”. Nell’abside è raffigurata la Crocefissione del Cristo, con a destra e a sinistra rispettivamente San Pietro, con libro e chiave in mano e San Paolo anch’egli con libro e con la spada; nel catino absidale, ormai poco visibile, appare invece l’immagine del SS. Salvatore. Da notare la preziosità delle aureole, ed il calligrafismo con cui sono resi i particolari, eseguiti con la tecnica ad incisione e la trasparenza del perizoma di Cristo, sperimentata da Cimabue nel XIII secolo e ripresa dal nostro artista. Anche quest’affresco è attribuito al Balletta, artista che domina la scena viterbese della prima metà del Quattrocento. Il Balletta è esponente di quel filone artistico chiamato Gotico Internazionale, stile elegante, lussuoso caratterizzato da certosina minuzia nella rappresentazione dei particolari che richiama lo stile senese ed umbro nelle sue cortesi ed eleganti composizioni. A destra della parete absidale ammiriamo l’immagine di Sant’Eutizio. Alle sue spalle vi è la raffigurazione del cosiddetto “miracolo di sant’Eutizio” in Carbognano; dalla leggenda si apprende che il Santo, mentre stava passeggiando nella selva, incontrò un contadino che batteva i suoi giovenchi inferociti dalla fame; così dopo aver rivolto una preghiera a Dio, dalle zolle spuntò il grano con il quale gli animali si saziarono. A questo aneddoto si fa risalire l’assunzione da parte del popolo di Sant’Eutizio a Santo protettore del luogo e delle spighe di grano quale simbolo e stemma del paese di Carbognano. Sotto si possono vedere i committenti in ginocchio, di dimensioni inferiori, rispetto al Santo; modo di raffigurare questo, ancora legato alla tradizione precedente, in cui le dimensioni erano legate all’importanza del personaggio. L’affresco, nel quale è ancora visibile l’iscrizione con la data (1515) è palesemente successivo rispetto agli altri due per le fattezze più cinquecentesche, e per la presenza di una decorazione a grottesche a differenza di quella gotica che circonda gli altri due affreschi. Prima di uscire dalla chiesa, sopra il portale d’entrata è ancora presente un baldacchino rinascimentale finemente decorato con delle finte frangie che penzolano con dei gigli. Nella parte sottostante la copertura del baldacchino, il supporto di legno è decorato con un dipinto con il Padre eterno Benedicente tra angeli.Il dipinto è riferibile alla metà del XVI secolo.
BIBLIOGRAFIA
V. ARAMINI, Sicuti Archivium inventum fuit”. Gli archivi ecclesiastici di Carbognano (Viterbo). Nuovo ordinamento ed inventariazione infomatizzata. Tesi di Laurea, Facoltà dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, a.a. 2005/2006.
R. CECCARELLIi – O. TARTARINI, Carbognano, ieri, oggi, domani. Civita Castellana, 1940.
L. CIMARRA, Carbognano …una terra e un paese da scoprire, in Tuscia Economica, N° 3, Camera di Commercio, Viterbo, 1991.
V. D’ARCANGELI, Carbognano, in Tuscia Viterbese. Roma 1968.
I. FALDI, Pittori viterbesi di cinque secoli. Roma 1970.
R. INNOCENZI, Carbognano, Viterbo, 2001.
F. MARTINELLI, Carbognano illustrato dal signor Fioravante Martinelli. Roma, 1694.
Fonti Inedite
Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime = ASCC, SAR Atti Deliberativi – Lib. Cons. SAR 2/6, 30 settembre 1607, cc. 153r – 154r.; ASCC, SAR 2/7, 18 ottobre 1610cc. 36r – 36v.; o 1 aprile 1612, cc. 107r – 107v; e c. 142v.; 3 febbraio 1614, c. 172v. 173r. ; 6 gennaio1620, cc. 93r – 94r. ASCC, SAR 2/9, 28 marzo1620, cc. 145r – 146r.
Archivio Storico di Viterbo, Notarile Carbognano = ASVIT, Notarile Carbognano n° 21, Anno 1583 cc. 77; 79 – 80; 83. Archivio Storico Comunale di Carbognano, Serie Antico Regime 2/3, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 13 novembre 1583, cc. 132r/v. Indirizzo –