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Questa antica chiesa è dedicata a san Donato, secondo vescovo e patrono di Arezzo, martirizzato nel IV secolo sotto l’imperatore romano Giuliano l’Apostata. Si narra che la chiesa sarebbe stata edificata sopra le rovine di un tempio pagano dedicato al dio pagano Giano. L’opinione secondo cui la chiesa sia stata effettivamente costruita su un sito pagano è sostenuta dalle cronache settecentesche di Fioravante Martinelli. Secondo le stime più autorevoli, le decorazioni che si trovano all’interno risalgono tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo.
LA CHIESA DI SAN DONATO
LA STORIA
Secondo quanto riportato dallo storico Martinelli la chiesa di San Donato trova la sua fondazione sui resti di antichi edifici pagani posti nelle vicinanze: “Fu parimenti nei secoli passati fabricata una chiesa à san Donato Vescovo d’Arezzo, nella costa del più praticato monte, che da Carbognano conduce a Caprarola, e nel suo contorno si vedono vestigij di antichissimi edificij, e tra altri nella possessione del Dottor Carlo Ulisse appariva un grosso muro, che essendo stato pulito nell’Anno 1656, si misurò longo palmi 80 et largo palmi quindici con platea grossa e massiccia” (F. MARTINELLI, Carbognano illustrato dal signor Fioravante Martinelli. Roma, 1694, p. 35.). Al di là delle antiche vestigia di ruderi pagani un tempo sparsi nelle zone limitrofe ed in parte ancora esistenti presso la chiesa ma non più visibili, la documentazione acquisita di fatto non ha mai prodotto grande supporto. La tradizione orale riporta questi ruderi del basamento di un antico tempio presenti e visibili fino agli anni ‘60, ma oramai non più identificabili. é proprio la scarsa documentazione esistente per Carbognano fino alla fine del ‘400 che ci limita nella conoscenza di tutto il primo periodo dell’edificazione della chiesa, attestata ormai dalla tradizione bibliografica come tra le più antiche chiese del borgo. Tra il XIII e il XIV secolo si riscontra nell’italia centro settentrionale il rilancio del culto religioso del santo Vescovo di Arezzo (G. A. Montezemolo, Cenni storici sovra la vita, gesta e culto di San Donato vescovo di Arezzo e martire, titolar patrono della città e diocesi di Mondovì, con note sui primordi della chiesa monregalese, Mondovì 1885.), attestando in alcuni centri della Tuscia l’edificazione e la titolazione di alcune chiese a lui dedicate (Civita di Bagnoregio, Vetriolo, Celleno); per cui è probabile che sotto l’entusiasmo religioso di massa anche a Carbognano attecchì la venerazione del Santo e la conseguente edificazione della chiesa a lui dedicata. Purtroppo non sappiamo quando questo avvenne, seppur dal VI secolo, anno del suo martirio, è conosciuta la prima Passio Donati, e nei secoli a seguire furono prodotte altre Passiones, tutte agiografie di origine medievale, di attendibilità discussa, fino ad arrivare alla “Cronaca dei custodi”, documento dell’XI secolo. Se i reperti archeologici ancora presenti nella chiesa ci rimandano a questa sua antica edificazione pagana di epoche remote, le opere pittoriche ancora in situ ci testimoniano un’assidua frequentazione riferibile sostanzialmente al XV e XVI secolo. Per convenzione si è soliti rimandare la datazione della chiesa al XV secolo, suffragando la stessa datazione attraverso la presenza di queste opere. Già agli inizi del 1500 sappiamo essere seppelliti presso la chiesa gli uomini e donne di Carbognano (ASVIT, protocollo 8, notarile carbognano notaio Petrus Johannes Theotonei. Protocollo 2, notarile Carbognano, notai vari). La connotazione rurale della piccola chiesa superò i secoli attraverso lasciti e donazioni. Nel 1778 secolo come attestato dall’epigrafe posta nella pavimentazione, la chiesa ha devoti che si occupano dei poveri, come il Viro Francesco Martinozio morto a 84 anni e grazie alla loro munificenza si dà supporto anche allo stesso edificio. Ancora nel XIX secolo erano gli stessi lasciti permettevano la sopravvivenza della chiesa. Tramite un testamento rogato il 14 agosto 1891, sappiamo che Andrea Nizi obbligava i suoi eredi a “far restaurare la chiesa e al mantenimento annuo perpetuo della fabbrica di san Donato, escluso il romitaggio. (Cfr. R. Innocenti, Carbognano. Viterbo 2001. p. 22). Nel 1906 il priore scriveva al sindaco della Comunità di Carbognano circa la manutenzione della chiesa di san Donato e circa la fornitura dell’olio e della cera necessari per il Santissimo Sacramento. Visto l’infruttuoso esito della missiva, il prìore rincarò la dose proponendo una speciale ipoteca a mo di testamento, iniziativa che nel novembre dello stesso anno vedeva finalmente una soluzione. Tramite un’altra lettera il priore comunicava salva la chiesa grazie al mantenimento ottenuto da parte degli eredi Nizzi, piuttosto che il mantenimento da parte dei fedeli del borgo. Negli anni a seguire troviamo testimoniati dalla documentazione interventi di restauro per la chiesa di san Donato nel 1947, nel 1958 e nel 1976 quando si provvide a restaurare il tetto e gli interni. L’edificio aveva annesso un eremo, rappresentato forse dall’odierna sagrestia, o da qualche altro corpo annesso alla fabbrica. Presso Carbognano San Donato veniva Festeggiato il 7 agosto, giorno presumibile della sua morte, con festeggiamenti vari: “corsa di palij, lotta ed altre feste boscarecce”. San Donato al fianco a sant’Eutizio san Vincenzo e san Filippo Neri, fino al XVII secolo era uno dei patroni del terra di Carbognano (ASCC, SAR 2/11, Atti Deliberativi – Libri dei Consigli, 1 giugno 1626, cc. 73v – 75r).
ESTERNO
La chiesa è ubicata nell’omonima via al civico 38. La facciata della chiesa di san Donato è caratterizzata dalla semplice struttura a capanna con un un piccolo portale centrale con oculo sovrapposto. In prossimità della parete absidale si erge sul lato sinistro un piccolo campanile a vela privo di campana.
INTERNO
Cinque gradini ci immettono all’interno, che si presenta come un’unica piccola navata con copertura a capriate. La parete sinistra si presenta quasi completamente priva di decorazioni, eccetto la parte terminale dove rimane un’affresco databile tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, raffigurante un nobile inginocchiato in atto di preghiera abbigliato con vesti rinascimentali, da rimandare ad un probabile donatore promotore di proventi e/o donazioni alla chiesa. Due gradini a tre quarti della navata ci portano alla zona un tempo dedicata ai presbiteri posta leggermente più in alto. Nella tribuna absidale è presente un antico sedile in pietra semicircolare che testimonierebbe l’antichità della chiesa. Della Parete absidale sopravvivono lacerti di affreschi principalmente nel catino absidale e nella parete destra. Nel catino absidale troviamo in posizione centrale un lacerto con un riquadro che mostra nella parte alta la Vergine con Bambino tra angeli, e nella lunetta absidale angeli in preghiera. A destra della scena centrale è visbile un dipinto riconducibile XV secolo con san Paolo e san Francesco rivolti verso la Vergine. Nella parte della parete a destra del catino sopravvive il riquadro dell’affresco dedicato al santo titolare della chiesa: San Donato. Purtroppo le sue condizioni impediscono una chiara leggibilità dell’opera. Sovradipinture e ritocchi subiti nel corso dei secoli non hanno alterato la sua impostazione generale che rimanda questo affresco al XV secolo: vedi ad esempio la posizione ieratica del santo e il trono visto con un forte scorcio. A destra della parete absidale, una moderna statua in gesso della Vergine poggia su un basamento ottenuto con una lastra decorata pertinente ad un antico edificio pagano. La parete destra presenta nella zona prossima alla parete absidale tre riquadri verticali ed uno orizzontale di più piccole dimensioni. Il primo riquadro verticale si presenta con una minima parte di lacerto ormai illeggibile. Il secondo ci mostra un affresco databile tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, con sant’Egidio, facilmente riconoscibile dal suo attributo della freccia. Sotto queste due scene, inserite in un ferzo orizzontale, 8 figure femminili in preghiera. Questo brano riconducibile a pieno XVI secolo, ci rimanda alla possibile frequentazione della chiesa ad un gruppo di consorelle probabilmente riferibili alla parte femminile della confraternita che frequentava la chiesa, la confraternita del SS. Sacramento. L’ultimo brano presente a fianco sulla destra, mostra un altro personaggio rappresentato in ginocchio a pregare, anche in questo caso come il precedente, realizzato quasi specularmente sulla parete opposta, si può ipotizzare un committente/donatore. Analogamente al precedente l’abbigliamento lo inquadra come un nobile locale, in abiti tipicamente rinascimentali. Più prossimo all’entrata risulta un’affresco di grandi dimensioni o ciò che ne sopravvive. Si tratta di un brano diviso in due sezioni orizzontali, di cui quella più in alto ci mostra un’architettura di un palazzo caratterizzato da un ricco prospetto ottenuto a monocromo color ocra gialla, dove colonne binate si sviluppano a caratterizzare un delizioso loggiato signorile. Nella scena inferiore la leggibilità è pressoché compromessa al di la del monocromo purpureo che la caratterizzava. Sulla pavimentazione, a tre quarti della navata nella parte finale della chiesa, troviamo l’epigrafe realizzata a commemorazione di Francesco Martinozio, datata 8 agosto 1778.
BIBLIOGRAFIA
V. ARAMINI, Sicut Archivium inventum fuit”. Gli archivi ecclesiastici di Carbognano (Viterbo). Nuovo ordinamento ed inventariazione infomatizzata. Tesi di Laurea, Facoltà dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, a.a. 2005/2006.
R. CECCARELLI – O. TARTARINI, Carbognano, ieri, oggi e domani. 1940.
G. SILVESTRELLI, Città e castelli e terre della regione romana. Roma, 1940.
V. D’ARCANGELI, Carbognano in Tuscia Viterbese. Roma 1968.
F. MARTINELLI, Carbognano illustrato dal signor Fioravante Martinelli. Roma, 1694.
G. A. MONTEZEMOLO, Cenni storici sovra la vita, geste e culto di San Donato vescovo di Arezzo e martire, titolar patrono della città e diocesi di Mondovì, con note sui primordi della chiesa monregalese, Mondovì 1885.
R. INNOCENTI, Carbognano. Virterbo 2001.
Fonti inedite
ASVIT, protocollo 8, notarile carbognano, notaio Petrus Johannes Theotonei.
ASVIT, Protocollo 2, notarile Carbognano, notai vari.